L’antica fontana Muta segna l’inizio di questo percorso, che partendo dal Borgo Medioevale di Alberona degrada dolcemente verso il tavoliere in un paesaggio dalle forme morbide e dai colori aurei del grano, verdi dei boschi e marroni dei campi arati. Un mosaico realizzato dall’uomo nel corso dei secoli e che cambia i suoi colori attraverso le stagioni.
Dopo i primi 300 metri sulla strada provinciale 130 , uscendo dal paese, nel gomito del primo tornante un tabellone riepilogativo della rete sentieristica dei Monti Dauni settentrionali segna l’inizio del percorso. Immerso in un bosco di roverelle in località Fornace si sviluppa su una carreggiata poco transitata dagli autoveicoli. Qui, oltre ad alcuni pannelli illustrativi sulla vegetazione del luogo, è presente il Centro Faunistico del Cinghiale. Proseguendo la discesa il bosco cede il passo ai campi di grano interrotti da siepi e oliveti. Guardando verso il basso nella direzione del percorso si scorgerà un enorme tappeto verde in mezzo ai campi di grano: sono i boschi Mezzana e Marano.
Giunti sulla strada provinciale 130, si prosegue verso destra per 200 metri fino a Casa Civetta, dove si imbocca la carreggiata a sinistra che conduce al Bosco Mezzana, dominato dalla roverella e con limitati settori di rimboschimento a conifere. Nel tratto iniziale il percorso penetra nel bosco, poi si stabilizza lungo il margine, creando uno straordinario contrasto: da un lato della strada la selva di roverelle con un fitto sottobosco, dall’altro una sterminata distesa di campi coltivati a cereali.
Proseguendo si giunge al Bosco Marano, caratterizzato da vasti popolamenti di roverella e da un ricco sottobosco. Infine si giunge al Santuario nella Madonna di Serritella, un luogo che nasconde la lunga storia di un borgo scomparso, sorto nel sec. XII come monastero fortificato dei Cavalieri Templari e facente parte, insieme ad Alberona ed altre terre, di un vasto feudo. Del Borgo, che sorgeva sulla piana a oriente di Volturino, restano numerosi cumuli di pietre disseminati per tutto il pianoro della serra, in parte riutilizzati dagli agricoltori per realizzare muri a secco, e una bella chiesa dedicata alla Natività di Maria, col titolo di Chiesa di Maria SS. della Serritella.
Da vedere lungo il percorso
Torre di Tertiveri
Lungo il percorso è possibile osservare su un altopiano a circa 3 km, oltre Valle di Siena solcata dal torrente Salsola, la sagoma di una torre diroccata. Si tratta della Torre di Tertiveri, ultimo baluardo della cinta muraria dell’antica Tertiveri, risalente al XI secolo, periodo durante il quale vennero edificate altre città-piazzeforti nella Daunia (come Fiorentino, Troia, Dragonara, Civitate, Montecorvino e Devia ) ad opera dei Catapani per volere dei Bizantini, come difesa contro le incursioni Longobarde da Nord e arabe da Sud. Tertiveri fu anche sede vescovile e nel XIII secolo fu popolata da un gruppo di Lucerini espulsi dalla loro città per ordine dell’imperatore Federico II di Svevia. Successivamente questo borgo fu conquistato dal capo saraceno Abd-el Aziz, che vi fece costruire una moschea al posto della cattedrale.
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