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Informazioni
Immerso nel verde dei boschi, il piccolo borgo di Faeto rappresenta, con la vicina Celle di San Vito, un’oasi linguistica franco-provenzale, conseguenza della colonizzazione promossa da re Carlo I D’Angiò nella seconda metà XIII, cui si lega la sua origine: vi si stabilirono le famiglie dei soldati del suo esercito dopo l’assedio a Lucera. Il paese, rinomato per il suo prosciutto a cui dedica una gustosa sagra la prima domenica di Agosto, ottenuto dal maiale nero autoctono, è un concentrato di angusti e tortuosi vicoli. Si visitano la chiesa madre SS. Salvatore (1570) e la Casa del Capitano (1500), impreziosita da una interessante bifora. È la sede del museo etnografico, dove sono esposti costumi tradizionali, attrezzi da lavoro e arnesi per preparare pane e pasta, suppellettili e mobilio d’epoca. In piazza Rubino si erge il provenzale, un monumento alle radici storiche del paese: l’opera, su cui sono incise frasi in lingua provenzale, è costituita da un trittico in marmo e bronzo, nel cui panello centrale è raffigurato un guerriero angioino. Seguendo Via Le Cesi Seconda, si giunge al bel vedere: un ampio terrazzo dal quale è possibile ammirare un panorama che spazia dal tavoliere ai monti del Gargano e al golfo di Manfredonia.
Programma
Immerso nel verde dei boschi, il piccolo borgo di Faeto rappresenta, con la vicina Celle di San Vito, un’oasi linguistica franco-provenzale, conseguenza della colonizzazione promossa da re Carlo I D’Angiò nella seconda metà XIII, cui si lega la sua origine: vi si stabilirono le famiglie dei soldati del suo esercito dopo l’assedio a Lucera. Il paese, rinomato per il suo prosciutto a cui dedica una gustosa sagra la prima domenica di Agosto, ottenuto dal maiale nero autoctono, è un concentrato di angusti e tortuosi vicoli. Si visitano la chiesa madre SS. Salvatore (1570) e la Casa del Capitano (1500), impreziosita da una interessante bifora. È la sede del museo etnografico, dove sono esposti costumi tradizionali, attrezzi da lavoro e arnesi per preparare pane e pasta, suppellettili e mobilio d’epoca. In piazza Rubino si erge il provenzale, un monumento alle radici storiche del paese: l’opera, su cui sono incise frasi in lingua provenzale, è costituita da un trittico in marmo e bronzo, nel cui panello centrale è raffigurato un guerriero angioino. Seguendo Via Le Cesi Seconda, si giunge al bel vedere: un ampio terrazzo dal quale è possibile ammirare un panorama che spazia dal tavoliere ai monti del Gargano e al golfo di Manfredonia.
Note
Attività di gruppo o singola: Minimo 20 – Massimo 50 partecipanti per guida turistica Durata: mezza giornata (6 ore) Attività stagionale o proponibile tutto l’anno: periodi consigliati in primavera e autunno