Informazioni
L'edificio religioso venne edificato lì dove esistevano in precedenza dei magazzini arabi, utilizzandone i materiali. Fu uno dei simboli della ritrovata cristianità della città, dopo quasi un secolo di presenza della colonia musulmana federiciana. Carlo II d'Angiò infatti dopo la cacciata dei saraceni, avvenuta nel 1300, trasformò il volto di Lucera, facendo costruire molte chiese, tra cui quella di San Francesco e la Cattedrale. Inizia così l'era della Civitas Santae Mariae contrapposta alla Luceria Saracenorum che la precedette. La chiesa e l'annesso convento già dal Quattrocento furono importante centro di ricerca teologica e artistica.
Dell'originario stile architettonico gotico-angioino resta però oggi poco: la fabbrica venne rimaneggiata secondo il gusto barocco nel secondo settecento. A questo periodo risale la bella facciata caratterizzata da un geometrico gioco di forme: una scacchiera costituita da 6 riquadri; di questi i 4 laterali sono ornati con quattro grandi motivi romboidali con inscritti circoli stellati, i due centrali ospitano portale e finestrone.
Il portale d'ingresso presenta un architrave scolpito con la Vergine con in braccio il Bambino, alla sinistra San Domenico con libro e fiaccola in mano e alla destra il beato Agostino Casotti e lo stemma dell'ordine. Sulla destra della facciata si trova la Cappella del Rosario, costruita a fine settecento e dall'originale copertura a cupola, che le valse il nome di "Pantheon", fu la cappella mortuaria dei confratelli del Rosario. Dei primi del 1500 è invece la costruzione dell'oratorio, edificato sul fianco occidentale della Chiesa, oggi corrispondente alla Cappella di San Giuseppe.
L'interno è a navata unica con 8 cappelle laterali, che accolgono preziosi altari.
Le cappelle a sinistra sono intestate a: San Pietro Martire, Natività di Gesù Cristo, San Vincenzo Ferreri, Beato Agostino Casotti. Le cappelle a destra sono invece intestate a: San Tommaso D'Aquino, San Rosa da Lima, San Domenico, Vergine del Rosario. Ogni cappella ospita una tela o una pala dedicata all'intestatario della stessa.
Al centro dell'abiside si colloca lo sfarzoso altare maggiore, ricco di intarsi e sculture. Ma l'elemento di maggior pregio è il coro ligneo del maestro Fabrizio Iannulo da Monopoli: minuziosamente lavorato ad intaglio, presenta sui 28 dossali figure di Santi e Beati dell'Ordine domenicano e al centro la statua del Cristo legato alla Colonna. I pannelli sono separati da 26 colonnine e 4 mezze colonne sui due spigoli, tutte decorate a fiorame e ornate da una cornice formata da teste di putti ed altre decorazioni che sostengono piccole mense a forma di sfingi alate.